Cara e caro collega,
che Natale sarà domani?
Distanziamento, mascherine, lavaggio mani con soluzione alcolica, zone gialle arancioni e rosse... ci hanno portato al Natale con una sola domanda.
Ma è già Natale?
Non mi sono proprio accorto.
Eppure la data arriva e non invecchia.
Che augurio fare?
Il Natale è imbavagliato.
Con la mascherina, parlano solo gli occhi. E si fatica a riconoscerci, mascherati da mascherine sempre più strampalate.
Ma non è Carnevale. E' Natale.
Dobbiamo, forse, affinare la vista .
Alejandro Jodorowsky, in un suo recente libro, elogia l'ombra.
L'ombra che indica l'origine di una luce.
Questo Natale, allora, potrà essere imbavagliato, ma non bendato.
Possiamo riconoscere una luce in questo Natale?
Si può, ma occorre avere voglia di cercare e la consapevolezza di non bastare a se stessi.
Se ci sono ombre, nella vita, significa che ci sono anche luci.
E le luci su un albero di Natale raccontano la festa di ogni casa.
Il Natale imbavagliato lascia il posto al Natale sbendato, quello libero dalle confusioni e dalle tristezze, libero dalle bende sugli occhi, quelle inconsapevoli.
E per raccontare l'albero ed il suo mistero, che dire?
Lascio la risposta nelle parole di Jodorowsky:
"...era nel deserto. Guardò a destra e un albero sorse alla sua sinistra. Girò la testa a sinistra; l'albero sparì per crescere alla sua destra. Guardò indietro, l'albero gli apparve davanti. Guardò davanti. L'albero gli germogliò dietro. Chiuse gli occhi per vedere se ce l'aveva dentro. Si trasformò in quell'albero..."
Sarà il tuo Natale.
Il tuo albero.
dott. Stefano Almini
Presidente CAO Bergamo