Cara e caro collega,
quasi come uno slogan...stiamo concludendo ogni discorso con il fatidico "Buona Pasqua"!
Ma se auguriamo qualcosa per il giorno di Pasqua, non dimentichiamo che, prima, è morto "qualcuno".
Potremmo però anche non credere nel qualcosa e nel qualcuno.
La Pasqua, in una prospettiva strettamente laica, permette di augurarci qualcosa di positivo.
Possiamo avere diversi "credo", ma abbiamo tutti la stessa "speranza".
Sperare che questa vita sia la più lunga possibile, in salute e serenità.
Ed economicamente stabile e florida.
Insomma..una "speranza" che appartiene a tutti, a tutti noi che ci confrontiamo con il Tempo e con il suo mistero.
L'ultima a morire, diciamo a volte, è sempre la speranza.
Significa che sperare è già ripartire.
Sperare è pensare al futuro, al di là di ogni presente e passato.
La storia ci racconta e ci ricorda, oggi, di un UOMO che ci ha lasciato la pelle (senza un vero motivo) e di una madre che piange per un figlio inchiodato.
Stiamo ricordando il passato di una storia.
Una storia che parla però di una strana ripartenza, quella di una vita che riprende dopo quella che sembrava arrivata al termine del suo tempo.
Sperare è davvero ripartire.
Ti auguro quindi di ricevere un uovo di cioccolato senza sorpresa.
Un uovo vuoto?
Si, apparentemente vuoto.
Perchè la speranza non si vede. Si vive.
Rompendo l'uovo, lasciala andare.
Ti cercherà.
Tu però fatti trovare.
Buona Pasqua, collega, e tanta, tanta "ripartenza "...
dott. Stefano Almini
Presidente CAO Bergamo