Tra i tanti detti popolari, questo, dedicato a Pasqua...mi sembra sempre offensivo, perché di fatto sembra volere dire che...a Natale è bene stare tutti insieme, intorno al magico momento del caminetto acceso, le lucine colorate, il panettone e la neve (ormai retaggio del passato), oltre alla tavolata di gruppo tra parenti (per una volta poco serpenti).
Mentre a Pasqua, il detto popolare sembra suggerire…«stai sereno e non crearti ansie da festa e regali, puoi vivere questo tempo con chi vuoi tu, quindi dove sei, a casa tua, ma anche al lago, in montagna, in collina...»
Come dire che il Natale tende a riunire, la Pasqua no. Il Natale raggruppa, la Pasqua sparpaglia. E mentre il Natale ha un corredo ampio di segni e sintomi (!), la Pasqua si esprime solo con colomba e uovo, forse con un ramo fiorito di primavera, abbinata al diminutivo di «pasquetta» per definire il suo lunedì successivo.
Di fronte al Tempo, di fronte cioè al nostro destino di vivere, il Natale ci racconta chi nasce, la Pasqua chi muore. E questo non ci piace molto, perché sull'applauso ad un bimbo che nasce siamo tutti d'accordo, ma non si applaude al dramma di una morte.
La Pasqua diventa poi ancora più impertinente perché mette in gioco la domanda più importante della vita: e se davvero esistesse qualcosa oltre la morte?
Una scommessa con noi stessi, con la nostra fiducia in una storia, iniziata proprio con una nascita, a modo suo già imprevedibile e misteriosa.
Pasqua, credo, ci pone nella condizione di vivere una festività, ma diciamolo...se il simbolo del Natale è la Stella, la Pasqua, all'apice del suo dramma, propone la Croce. Insomma, non è la stessa cosa.
A pensarci, però, tutti conosciamo bene la "croce" del nostro vivere, nelle diverse prospettive dei nostri ruoli (marito, moglie, fratello, sorella, amico, figlio, zio, zia, nonna, nonno, collega...).
E forse, il Natale senza Pasqua sarebbe una storia solo iniziata, ma incapace di oltrepassare il vero mistero, la vera scommessa di vivere anche oltre il tempo finito, quello che conosciamo bene, quello del nostro ultimo respiro.
Allora, collega, recupera la dignità della tua Pasqua: è il tempo vero e autentico della sfida al Tempo ed al tuo Destino più profondo.
Non sottovalutare questa opportunità di meditazione.
Oltre il buio di una vita terminata, esiste davvero forse una nuova ripartenza nella Luce?
Parliamone. Pensiamoci.
Natale con chi vuoi, ma a Pasqua scegli bene.
Scegli te stessa o te stesso.
Forse esiste una meraviglia, che attende al varco il nostro grande dubbio.
Nulla a che vedere con quella dell'uovo di cioccolato.
Buona Pasqua, quindi, ma soprattutto...buona Sorpresa!!! dott. Stefano Almini
Presidente CAO Bergamo