E’ iniziata una settimana diversa da tutte le altre. La comparsa e l'evoluzione sul nostro territorio lombardo e bergamasco della infezione da COVID-19 comporta una riflessione prima di ogni azione.
La riflessione richiede ad ognuno di noi di soppesare attentamente il rapporto tra rischi e benefici relativi alla apertura o chiusura degli Studi Dentistici, monoprofessionali o poliambulatori.
Di fronte alle diverse valutazioni e prospettive, credo che le scelte operative si possano riassumere in due orientamenti:
1) continuare a mantenere aperto gli accessi, nel rispetto rigoroso di comportamenti che possano garantire la sicurezza dell’assistente, dei pazienti e certamente la sicurezza nostra individuale. Questo significa prevedere
a) attenzioni già nella fase di ricezione telefonica di un appuntamento telefonico (triage per distinguere le urgenze da prestazioni "spostabili" in altra data, oltre che situazioni cliniche che potrebbero essere potenzialmente contagiose). Può essere utile la scheda di triage telefonico elaborata per il setting delle Cure Primarie, disponibile sul sito dell'Ordine.
b) attenzioni agli accessi, favorendo le misure di "distanziamento sociale”, ovvero cercare di evitare gli assembramenti della sala di attesa, favorendo il messaggio di arrivare in Studio senza accompagnatori. Indicare che i pazienti in stato febbrile non devono comunque essere ammessi alla sala d'attesa.
c) garantire areazione e sanificazione degli ambienti di attesa e operatività con ipoclorito di sodio 0,1%, dopo avere deterso le superfici con detergente neutro.
d) utilizzare camici monouso in TNT idrorepellente, guanti, occhiali protettivi, eventuale copricapo, mascherina realmente capaci di filtrare il corpuscolato virale ...le FFP3.
In questo senso, la difficoltà a reperire sul territorio questa necessaria protezione individuale è un punto debole della nostra "difesa infettiva" .Ricordiamo la necessità di proteggere in modo analogo il personale di Studio e di segreteria. Consideriamo il fatto di trovarci davanti alla bocca aperta del paziente, che ci respira frontalmente e che può liberare goccioline in sospensione aerea all'interno dello Studio.
2) decidere di chiudere gli Studi, in attesa di nuove evoluzioni della situazione, garantendo eventualmente la disponibilità operativa solo per le urgenze odontoiatriche effettive, operando sempre con le necessarie misure di protezione.
Come Presidente di Albo Odontoiatri, non ho l'Autorità di imporre la chiusura. Credo però che la coscienza professionale, soprattutto oggi, si debba sovrapporre alla coscienza collettiva che ci richiede di distanziare le potenzialità infettive ed evitare, dove possibile, tutte le circostanze di diffusione, certamente sempre possibili qualora il nostro paziente sia in una fase di incubazione silente e asintomatica
Ognuno di noi può decidere in libertà personale, tenendo conto che la difesa della Salute collettiva richiede la responsabilità di tutti.
Dott. Stefano Almini
Presidente CAO Bergamo
