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ufficio stampa - comunicazione n. 14 del 24.04.2023

ufficio stampa - comunicazione n. 14 del 24.04.2023

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Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Bergamo

Ente sussidiario dello Stato

Newsletter n.14 - 30 Novembre 2024

‍OLTRE UN PROFONDO CORDOGLIO

La comunità medica bergamasca, insieme ai colleghi di tutto il nostro Paese, esprime cordoglio, sgomento e dolore per la morte della collega Barbara Capovani e vicinanza alla sua famiglia.


Ognuno dei tragici episodi, che continuano a ripetersi, ha una storia a sé, e questo, probabilmente, ha le sue radici nelle difficoltà del mondo della psichiatria, sul quale occorrerebbe riportare l’attenzione per arrivare a specifici provvedimenti.


Sul tema generale della violenza nei confronti dei medici, non bastano però i necessari interventi ordinamentali, che pure sono stati adottati, come l’inasprimento delle pene per i criminali aggressori e la perseguibilità d’ufficio che, finalmente, sgrava il medico aggredito dalle difficoltà insite nella querela e attiva la procedura penale con un semplice esposto.

Certamente serve più vigilanza, spesso difficile da attuare, soprattutto per presidi e ambulatori lontano dalle concentrazioni ospedaliere.

È necessario anche portare l’attenzione sul clima culturale che rappresenta il terreno favorente la violenza nei confronti dei medici e degli operatori sanitari.

Non basta liquidare la cosa con la sfiducia generalizzata nei confronti dei servizi pubblici, che coinvolge in primo luogo scuola e sanità.

Non basta stigmatizzare il reflusso di cattiveria e di egoismo che ha fatto seguito al Covid, come sempre avviene quando viene meno la tensione unificante che si crea limitatamente ai momenti di emergenza.


Il problema dell’immagine del medico nella nostra società è più complesso e merita qualche spunto di riflessione.

È, anche, un problema di comunicazione.

Ad esempio, in questi giorni si ripete che è necessaria la depenalizzazione dell’atto medico, in quanto l’attuale regime di procedibilità favorisce la medicina difensiva, che aggrava i costi di sistema.

Sacrosanta una depenalizzazione che consenta più tranquillità nell’attività del medico (del resto l’atto medico è depenalizzato nella maggior parte dei paesi), ma collegare la responsabilità del medico ad un atteggiamento dannosamente (e, in modo implicito, vigliaccamente) difensivo è destruente per l’autorevolezza della nostra professione.

La continua pubblicizzazione di interventi per ridurre liste d’attesa, estendere prescrivibilità, offrire servizi e tutele di vario tipo, sempre parcellari e, in realtà, microfinanziati, accredita nei cittadini una percezione di un servizio sanitario nazionale forte e tutelante, ove nulla viene negato e a tutto si ha diritto. 

L’immagine distorta è quella dei medici, specie di quelli più in prima linea, che si arrogano il diritto di concedere o di negare un diritto costituzionale garantito.

Anche il decreto sui nuovi Lea, arrivato in porto dopo anni, sancisce l’accesso ad una serie di prestazioni anche innovative, che non sempre saranno concretamente esigibili in tempi ragionevoli e, nella percezione comune (forse a qualcuno non dispiace sia distorta), il ritardo sarà colpa del medico e magari dei suoi colpevoli spazi libero professionali.

Lo stesso dicasi degli infiniti andirivieni dissuasivi legati a piani terapeutici, autorizzazioni varie e della infinita burocrazia, che finisce per presentare al cittadino il medico come un burocrate arrogante invece che come un alleato empatico.

Sono anni che tutta la politica afferma falsamente di voler rafforzare il servizio sanitario nazionale, mentre riduce ai più bassi livelli europei il rapporto spesa sanitaria /Pil. Sono in tanti, però, a crederlo e, quindi, a ritenere che la colpa di ciò che non funziona sia imputabile al medico.


Il tempo della comunicazione è tempo di cura: lo dice il nostro Codice Deontologico e lo dice persino la legge, ma come è possibile che ciò si realizzi, se i carichi di lavoro sono insostenibili in gran parte delle realtà ospedaliere e territoriali?

In questo clima culturale le persone arrivano facilmente a disprezzare la nostra professione e, per le frange più estreme ed emarginate, tra il disprezzo e la violenza il passo è breve. E quando la violenza esplode è provato che non è certo la minaccia di sanzioni a poterla contenere.

Difficile proporre soluzioni a questa situazione, se non cercare di fare opinione, anche nella relazione personale con gli assistiti, tentando in tutti i modi di recuperare e potenziare quel rapporto personale di fiducia con i cittadini su cui si fonda il concetto stesso di “professione”. Non è facile, ma vale la pena di provarci, nella quotidianità.


L’Ordine continua a rappresentare, con forza, questa situazione ai cittadini e alle istituzioni e si è attivato per promuovere “un processo di educazione” che parta dalle scuole.


Guido Marinoni

Presidente Omceo Bergamo

 


‍NUOVO EVENTO ECM IL 24 MAGGIO

Approfondirà le "infezioni sessualmente trasmesse" il nuovo evento Ecm (3 crediti) che si terrà, sempre presso la sede dell'Ordine, mercoledì 24 maggio dalle 20 alle 23. Clicca qui per il programma e le modalità di iscrizione.


‍GIOVEDI' 11 MAGGIO 2023: NUOVA DATA PER VISITARE LA MOSTRA "LOTTO ROMANINO MORETTO CERUTI. I CAMPIONI DELLA PITTURA A BRESCIA E BERGAMO" 

‍Visto il grande successo ottenuto e l'importante adesione dei colleghi di Bergamo (tanto che non tutte le richieste hanno avuto la possibilità di essere accolte), l’Associazione Amici di Palazzo Martinengo e il curatore della mostra, Davide Dotti, hanno deciso di aggiungere un'ulteriore data, Giovedì 11 maggio 2023 dalle 18 alle 20,  per offrire agli iscritti degli Ordini di Brescia e Bergamo la possibilità esclusiva di visitare “a porte chiuse” la grande mostra “Lotto, Romanino, Moretto, Ceruti. I campioni della pittura a Brescia e Bergamo", in corso a Brescia, accompagnati da una guida storico dell'arte, al prezzo particolarmente vantaggioso di 20€/persona. 

La selezione (qui ulteriori info) di oltre ottanta capolavori provenienti da collezioni pubbliche e private sia italiane che estere, permette per la prima volta di indagare e mettere a confronto diretto i campioni della pittura rinascimentale e barocca attivi a Brescia e Bergamo durante i quattro secoli di dominazione veneziana.

La grande mostra - realizzata nell'ambito di Bergamo e Brescia capitale italiana della cultura - è allestita nel centro storico di Brescia: l’appuntamento è nel cortile di Palazzo Martinengo Cesaresco di via Musei 30 a Brescia, dalle ore 18:00 alle 20:00 di giovedì 11 maggio p.v.

In relazione al numero dei partecipanti, si potranno organizzare fino a nove gruppi di massimo 20 unità, Le partenze dei gruppi sono previste alle ore 18:00-18:15-18:30-18:45-19:00-19:15-19:30-19:45-20:00.

Le prenotazioni da parte degli iscritti all’Ordine dei Medici dovranno essere effettuate scrivendo una e-mail all'indirizzo mostre@amicimartinengo.it  entro martedì 9 maggio 2023, specificando l'orario in cui si desidera effettuare la visita.

Ogni iscritto all'Ordine potrà estendere l'invito a massimo 7 persone, la cui presenza dovrà essere specificata nella e-mail di iscrizione. Con l’adesione ciascun iscritto si impegna al pagamento del biglietto presso la biglietteria della mostra il giorno della visita.

 


Sede: via G. Manzù 25, 24122 Bergamo - C.F.: 80004250165
Telefono: 035 217200 - Fax: 035 217230
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