L’ENDOSCOPIA GREEN: ECCO COSA FARE (a cura di Antonio Bonaldi con la collaborazione di Francesco Bortoluzzi, gastroenterologo – Venezia)
L’endoscopia è una delle attività sanitarie che produce la maggior quantità di rifiuti: in media 3,1 kg per ogni procedura. Considerato che in Italia si eseguono ogni anno circa 2,7 milioni di procedure, la produzione annuale di rifiuti è pari ad oltre 8.000 tonnellate: un volume che coprirebbe 17 campi di calcio per un’altezza di un metro. È evidente, quindi, l’importanza di ridurre l’impatto ambientale di questa attività agendo contemporaneamente su più fronti: appropriatezza prescrittiva, consumo di energia, produzione e smaltimento dei rifiuti.
Migliorare l’appropriatezza Abbiamo già detto che il modo migliore per ridurre l’impronta carbonica dei servizi sanitari è quello di limitare il sovrautilizzo di prestazioni, un fenomeno che riguarda tutta la medicina, compresa la gastroenterologia. Si stima, infatti, che tra il 20 ed il 35% degli esami endoscopici sia ad elevata probabilità di inappropriatezza (1). Molti vantaggi per il paziente, per l’accessibilità alle cure e non ultimo per l’ambiente si potrebbero, quindi, conseguire attenendosi alle raccomandazioni e alle lineeguida accreditate, in particolare per quanto riguarda: la prescrizione degli esami endoscopici, il follow-up dei pazienti, l’utilizzo di test non invasivi, la riduzione di esami istologici a scarso impatto sull’iter clinico, nonché l’esecuzione delle procedure nel setting assistenziale più adeguato e più sostenibile, cioè in regime ambulatoriale o di day hospital piuttosto che di ricovero (2), come riportato in Choosing Wisely Italy - raccomandazioni AIGO, green endoscopy (3).
Contenere il consumo di energia Le procedure endoscopiche, a causa dell’utilizzo di colonne endoscopiche, strumentazioni per anestesia, lava-endoscopi, luci, computer e stampanti, consumano una grande quantità di energia che potrebbe essere ridotta adottando alcuni semplici accorgimenti, quali: ricorrere a procedure di sedazione più sostenibili, utilizzare luci a basso consumo, ridurre la luminosità dei locali durante le procedure, installare interruttori a tempo nei locali di servizio, impiegare referti in formato elettronico (4). Ad esempio, l’impiego di macchine a doppia vasca per la pulizia di due endoscopi simultaneamente, consente di risparmiare energia (da 600 a 400W) e di ridurre i consumi di acqua, disinfettanti e detergenti necessari per il lavaggio e la sterilizzazione.
Ridurre il volume dei rifiuti e promuovere la raccolta differenziata In endoscopia, come in altri settori della medicina, l’esigenza di ridurre i rischi d’infezione e la scarsa considerazione riservata all’ambiente hanno favorito la diffusione di materiale e attrezzature monouso, compresi gli endoscopi, aumentando in modo esponenziale la quantità di rifiuti, specie di plastica, con gravi conseguenze per la salute dell’uomo e dell’ambiente. Per questo motivo, laddove possibile, è importante prendere in considerazione un’inversione di tendenza, riservando, per esempio, gli endoscopi monouso ai pazienti ad alto rischio: immunodepressi, ricoverati in terapia intensiva o con infezioni da germi multiresistenti. Stesso discorso per i dispositivi di protezione individuale (maschere facciali, guanti, grembiuli, occhiali), per i quali è opportuno valutare anche un utilizzo più razionale (4). È opportuno, infine, rivedere le modalità di raccolta dei rifiuti, allo scopo di smaltire come rifiuti speciali solo il materiale pericoloso o contaminato con liquidi biologici e ridurre al minimo i rifiuti indifferenziati, avendo cura di separare il materiale riciclabile, specie carta e plastica.
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Bortoluzzi F, Sorge A, Vassallo R et al: Italian Association of Hospital Gastroenterologists and Digestive Endoscopists (AIGO). Sustainability in gastroenterology and digestive endoscopy: Position Paper from the Italian Association of Hospital Gastroenterologists and Digestive Endoscopists (AIGO). Dig Liver Dis 2022; 54(12):1623-1629.
Rodriguez de Santiago E, Dinis-Ribeiro M, Pohl H et al: Reducing the environmental footprint of gastrointestinal endoscopy: European Society of Gastrointestinal Endoscopy (ESGE) and European Society of Gastroenterology and Endoscopy Nurses and Associates (ESGENA) position statement. Endoscopy 2022; 54: 797-826.
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